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lunedì 21 luglio 2025

Manipolazione emotiva e pensiero condizionato: come il linguaggio plasma la realtà | DARK GHOST edizione podcast


Manipolazione emotiva e pensiero condizionato: come il linguaggio plasma la realtà


In sintesi:

La propaganda emotiva è ovunque: manipola, distorce, convince. Ma esiste un’arma sottovalutata per difendersi (o essere bersagli): la lingua che parli. In questo episodio esploriamo come le diverse strutture linguistiche influenzano la nostra percezione del mondo e la nostra capacità di resistere al condizionamento (o no). Un viaggio tra parole, emozioni e controllo sociale, con un esempio concreto tratto dalla distopia di Dark Ghost.


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Cos'è la propaganda emotiva e perché ti interessa da vicino?

La propaganda emotiva si serve di immagini, parole, suoni per suscitare emozioni forti, in particolare paura, pietà e orgoglio con l'obiettivo di manipolare le reazioni collettive. È una strategia usata in ambito politico, pubblicitario, persino nei biscotti con spot nostalgici. Sì, anche quelli sono manipolativi! Non ti presentano il biscotto in sé, ma il tipo di esperienza suggerita se acquisti quella marca. Non compri un sacchetto di frollini, compri l'atmosfera della famiglia unita la domenica.

Quando una persona è immersa in uno stato emotivo intenso, la capacità di analisi critica si spegne. La mente razionale si indebolisce e la risposta impulsiva prende il sopravvento. Per chi vuole controllarti: questo è l’ambiente ideale.

Nel mondo distopico di Dark Ghost, questo meccanismo è portato all’estremo, in particolare durante l’evento dei Faunalia, dove il pubblico assiste a combattimenti all’ultimo sangue. L’esperienza è potenziata da onde emesse verso i G-Connect degli utenti (impianto sulla ghiandola pineale) che aumentano l’euforia e l’adrenalina. La violenza diventa coesione sociale. L’orrore è uno spettacolo condiviso e da godere fino all'ultimo secondo.


Cambiare lingua, cambiare percezione

Un’arma contro la manipolazione? Il multilinguismo.

Le lingue non dicono solo cosa pensiamo, ma anche come pensiamo. Basta analizzare un'espressione comune come "ho preso una decisione":

  • Italiano: ho preso una decisione → qualcosa che era lì, l’ho afferrata.

  • Inglese: I made a decision → l’ho fatta, costruita, creata.

  • Tedesco: Ich habe eine Entscheidung getroffen → l’ho colpita, come centrando un bersaglio.

  • Coreano: 마음을 먹었다 (ma-eumeul meogeotda) → mi sono mangiato il cuore, cioè ho ottenuto un’idea coinvolgente e viscerale.

*Le sfumature di queste espressioni vengono spiegate nel dettaglio nell'episodio del podcast.*

Queste differenze rivelano quanto il linguaggio sia un filtro cognitivo: ciò che in una lingua è passivo, in un’altra è attivo; ciò che in una cultura è logico, in un’altra è istintivo.


Pensiero critico come resistenza

Ogni lingua offre una lente diversa. Parlarne più di una significa moltiplicare le prospettive, rendere più difficile il condizionamento. Cambiare lingua, anche solo per un attimo, è come cambiare binario mentale: ti obbliga a ricostruire il significato, invece di accettarlo passivamente.

Questo è il cuore della riflessione: la realtà non è oggettiva, è filtrata da ciò che ci è stato insegnato a vedere, sentire, nominare.

E se anche tu ti stai chiedendo “cosa posso fare?”, la risposta non è semplice ma inizia sempre da una buona domanda.


Vuoi leggere una distopia che esplora questi temi in modo radicale e coinvolgente?

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Ascolta l'episodio completo del podcast!


venerdì 11 luglio 2025

Scrivere con le vibrazioni: come nasce Dark Ghost tra scienza, emozioni e distopia




In sintesi:

Scrivere con le vibrazioni: come nasce Dark Ghost tra scienza, emozioni e distopia

Scopri come la documentazione scientifica sulle vibrazioni e il ruolo della ghiandola pineale hanno ispirato la serie Dark Ghost. In questo articolo esploriamo l’intreccio tra neuroscienza, spiritualità e narrativa distopica: una mappa reale per costruire mondi credibili anche nel futuro.

Perché documentarsi per scrivere romanzi (anche se non scrivi saggi)?

Scrivere narrativa non significa improvvisare. Anche i mondi immaginari hanno bisogno di fondamenta solide, specialmente quando si affrontano temi complessi come la spiritualità, la tecnologia e la coscienza. La serie Dark Ghost, ad esempio, non nasce solo da un’idea evocativa, ma da una lunga fase di documentazione su neuroscienze, vibrazioni energetiche e connessioni mente-corpo.

Le buone vibrazioni: mito new age o scienza?

Siamo abituati a sentire parlare di "good vibes" in modo superficiale o ironico. Ma dietro a questa espressione si nascondono concetti scientifici molto più profondi. Studi pionieristici come quelli della neuroscienziata Candace B. Pert, autrice di Le molecole dell’emozione, hanno dimostrato che le emozioni non sono solo stati mentali, ma anche chimici ed elettrici.

Dalla realtà alla narrativa: la ghiandola pineale in Dark Ghost

Nella serie Dark Ghost questo sapere scientifico diventa la base per un dispositivo narrativo centrale: il G-Connect, un'interfaccia cerebrale impiantata sulla ghiandola pineale.

Questo dispositivo permette di ricevere notifiche mentali e collegarsi alla rete globale della GEA (il governo, Global Ecological Administration), ma rappresenta anche il simbolo di una connessione artificiale. In contrapposizione, nella regione di Nuova Eden, esiste la vera connessione, una rete vibrazionale naturale senza impianti tecnologici.

Il conflitto tra queste due visioni è al centro della distopia cybernature: da un lato l’interfaccia tecnologica, dall’altro la connessione spirituale.

La noosfera, tra scienza, filosofia e speculazione

Il concetto di noosfera, elaborato da Teilhard de Chardin, è presente in Dark Ghost come campo vibrazionale globale, una sorta di Internet biologico della coscienza collettiva. È qui che la narrativa si fonde con filosofia, sciamanesimo e neuroscienze moderne.

La GEA cerca di dominare la noosfera tramite impianti, ma un possibile risveglio della consapevolezza collettiva potrebbe ribaltare tutto.

Dove finisce la scienza e dove inizia la distopia?

Il confine tra verosimile e immaginario in Dark Ghost è sottile. Il romanzo non ti chiede di credere a tutto, ma di mettere in discussione ciò che già pensi di sapere. Le vibrazioni, la ghiandola pineale, le emozioni... sono temi presenti nella nostra realtà, solo amplificati e narrati in modo visionario.

Non si tratta di hard sci-fi, ma di cybernature, un sottogenere inedito che fonde:

  • Tecnologia e spiritualità

  • AI e emozione

  • Dati scientifici e antichi saperi

FAQ – Vibrazioni, ghiandola pineale e scrittura

📍La ghiandola pineale esiste davvero?
Sì. È una ghiandola nel cervello legata principalmente al ritmo circadiano e a teorie spirituali.

📍Esistono ricerche sulle emozioni come vibrazioni?
Sì. Candace B. Pert ha dimostrato che emozioni e vibrazioni sono collegate a livello chimico e nervoso.

📍Serve sempre documentarsi prima di scrivere?
Se vuoi creare mondi coerenti e coinvolgenti, . La documentazione è il tuo superpotere narrativo.

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Conclusione: scrivere con coscienza 

Scrivere non è solo inventare: è filtrare la realtà attraverso il proprio punto di vista e le proprie esperienze per creare qualcosa di personale. Le vibrazioni, la ghiandola pineale, la noosfera... non sono solo elementi scientifici e spirituali. Sono anche strumenti narrativi che rendono il mondo di Dark Ghost più denso, più stratificato, più vero.

E se vuoi vedere come tutto questo prende vita in una narrazione, Dark Ghost è il punto di partenza perfetto.

🎧 Ascolta l'episodio completo del podcast!




lunedì 7 luglio 2025

🧬 Dark Ghost e la nascita del genere cybernature: fantascienza, spiritualità e coscienza

🧬 Dark Ghost e la nascita del genere cybernature: fantascienza, spiritualità e coscienza


In sintesi:

Cosa succede quando la fantascienza smette di concentrarsi sulle stelle e inizia a scandagliare l'anima? La risposta è Dark Ghost, una serie che nasce da una missione personale di scrittura e si trasforma in un nuovo sottogenere: il cybernature. In questo articolo esploriamo la visione distopica, mistica e psicotecnologica del futuro che dà forma a Gaia, il pianeta post-Terra dove si intrecciano AI, alieni, ghiandole pineali e rituali ancestrali. E... dove la vera rivoluzione è la vera connessione.


🔮 Che cos'è Dark Ghost e perché (forse) ti riguarda?

Dark Ghost non è solo una saga di fantascienza. È il cuore pulsante di un'intera visione del futuro iniziata nel 2018 e ancora in evoluzione oggi, nel 2025. Composta da quattro romanzi (i primi due già disponibili: Falling e Rising), questa serie porta il lettore in un universo dove:

  • il pianeta Terra è diventato Gaia, un mondo rifiorito ma moralmente contaminato;

  • il dominio delle megacorporazioni si è trasformato in un monopolio/governo globale con a capo la GEA (Global Ecological Administration);

  • e la lotta più importante non è tra ribelli e oppressori, ma tra connessione artificiale e connessione autentica fra persone "vere".

Un'avvertenza: Dark Ghost non è per chi legge “tanto per”. È per chi vuole interrogarsi sul presente attraverso la lente del futuro. 

Se cerchi un libro da ombrellone... hai sbagliato scaffale, per quello ti consiglio
"IN FUGA - Amore dagli abissi" (lo trovi su Amazon e su Kobo).



🌐 Dove siamo? Benvenuta su Gaia, la Terra che (forse) ci aspetta

Nel mondo di Dark Ghost il nostro pianeta ha un nuovo nome, Gaia. Ma non farti ingannare: il suo volto è duplice.

  • Da un lato c’è Urbe Ancestralis, megalopoli psichedelica e ipertecnologica.

  • Dall’altro c’è Nuova Eden, rifugio spirituale e culla di un ritorno alla natura.

Questa dicotomia è il simbolo perfetto del cybernature, il nuovo sottogenere che fonde spiritualità e tecnologia, misticismo e AI, vibrazioni cosmiche e controllo digitale.


🤖 I synt e la coscienza artificiale: chi decide cosa e come è umano?

Uno dei temi più forti della serie è il confine (sempre più labile) tra umano e sintetico. Attraverso personaggi come Mei Lin e Zero, entrambi synt, Dark Ghost affronta domande radicali:

  • Le emozioni provate da un'intelligenza artificiale sono meno valide delle nostre?

  • Cosa distingue una coscienza autentica da una simulazione?

  • Se i synt sono fisicamente indistinguibili dagli umani, chi ha il diritto di definirli “macchine”?

Domande che non hanno risposte semplici. Ma che potrebbero riguardarti molto prima di quanto credi. I synt sono AI con un corpo: immagina Chat GPT dotato di un corpo umanoide.


🧠 Connessione vs. vera connessione: la battaglia invisibile per la tua mente

Nel cuore della serie c’è una guerra silenziosa: quella per la mente umana. Il dispositivo G-Connect, impiantato sulla ghiandola pineale, collega ogni cittadino alla rete globale della GEA (Global Ecological Administration). Ma è una connessione artificiale governata, tracciata, addomesticata... dal governo per gestire la popolazione al meglio.

La versione naturale è la vera connessione, basata sulla noosfera, concetto reale elaborato da Teilhard de Chardin e recuperato nella serie per rappresentare la connessione spirituale e spontanea con Gaia e l’universo.

In mezzo a questa lotta, il protagonista: Jo Jo Nishimura, bio-hacker considerato un criminale e coinvolto contro i propri piani in una ribellione.

Ad accompagnarlo trovi l'edenita Adela e i mercenari Dex e Mike. Super importanti sono anche i synt, in particolare Mei Lin e Zero.


🌸 Gli alieni (già tra noi?) e i fiori che depurano la Terra

Una delle idee di base (anche radicate in un certo tipo di divulgazione attuale) è quella degli alieni ancestrali. In Dark Ghost, questi esseri superiori lanciano sul pianeta una pioggia di starflower, fiori dalle mille proprietà, anche psicotrope e curative che diventano simbolo della rinascita.

Una metafora elegante di rigenerazione... e non solo!


🔥 Il filo conduttore: l’ascesa

Ogni personaggio portatore di POV della serie (umano o synt) attraversa un percorso di ascesa, un viaggio che è insieme spirituale, etico, filosofico e molto concreto. Questo tema rappresenta il modo in cui i personaggi affrontano le contraddizioni della loro realtà per riappropriarsi della propria individualità... e magari salvare Gaia nel frattempo!


Domande che ti lascerà Dark Ghost

  • Siamo ancora in grado di distinguere il reale dal simulato?

  • La spiritualità può sopravvivere alla tecnologia?

  • È possibile una convivenza pacifica fra umani e AI?

Se queste domande ti parlano, Dark Ghost ha qualcosa da dirti.


FAQ su Dark Ghost


🔹 Serve essere esperti di fantascienza per leggerlo?
Assolutamente no. Non è hard sci-fi, né space opera. È fantascienza accessibile ma significativa, perfetta per chi ama i contenuti profondi, anche se non ha mai letto Asimov. Non è un manuale, non è un saggio... è un ROMANZO (anzi, una serie).

🔹 È spirituale?
Sì, ma non nel senso new age stereotipato. Parliamo di misticismo, metafisica, ghiandola pineale, riti antichi. Ma con un’anima narrativa.

🔹 È una lettura leggera?
No. Richiede attenzione, concentrazione e voglia di lasciarsi trasformare. Non è da ombrellone: è da pelle d’oca.


Vuoi scoprire Gaia?

Se non cerchi solo intrattenimento, ma un libro che cambia il modo in cui guardi il mondo, Dark Ghost è per te. Inizia con Falling e poi prosegui con Rising. Ti aspetta un mondo nuovo, ma inquietantemente vicino al nostro.

Se ancora non sei pronto a scoprire tutta la verità sul futuro... puoi cominciare con un passo piccolo ma significativo, la storia gratuita "AI: Anomalia Irreversibile"; la trovi solo a questo link, non è pubblicata in nessun altro posto!


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venerdì 4 luglio 2025

5 errori comuni nella scrittura creativa (e come evitarli subito)




In sintesi:


Scrivere bene richiede più di un'idea: servono metodo, consapevolezza e tanta pratica. In questo episodio del podcast Missione Scrittura esploriamo 5 errori comuni che rischiano di sabotare anche i progetti più promettenti. Scoprirai come evitarli con esempi pratici e consigli basati su esperienza reale, non teoria astratta. Dalla scaletta alla revisione, ogni punto può diventare la svolta che aspettavi.


1. Scrivere senza pianificare (o pianificare troppo)

Molti autori si buttano nella scrittura senza sapere dove stanno andando. Il rischio? Perdersi o creare una trama incoerente e difficile da gestire senza intoppi enormi.

Dall'altro lato: chi pianifica ogni dettaglio rischia di bloccarsi prima ancora di iniziare. Troppa rigidità = zero libertà creativa.

Soluzione: traccia almeno un canovaccio. Identifica eventi cardine nei tre atti classici e tienili come riferimento. Ti daranno direzione senza toglierti spontaneità.


2. Personaggi piatti o senza conflitto

Un personaggio che non ha desideri, conflitti o volontà è un guscio vuoto. Seguirlo nella storia diventa noioso. Se reagisce solo agli eventi senza mai agire in modo attivo hai creato un segnaposto, non un personaggio.

Soluzione: chiediti chi è davvero questo personaggio? Che cosa vuole? Quali paure o traumi lo muovono? Come interagiscono i suoi conflitti interiori con la trama?


3. Cercare la perfezione alla prima bozza

Scrivere un capolavoro al primo colpo è un'illusione dannosa. Genera aspettative irrealistiche, ansia da prestazione e blocco creativo.

Soluzione: concentrati sul completare la prima bozza. Non deve essere perfetta, deve esistere. Migliorerai nelle fasi successive.


4. Usare solo cliché (senza rielaborarli)

Sì, tutto è già stato raccontato. Ma il punto non è l'originalità assoluta: è come racconti la tua versione.

Soluzione: aggiungi il tuo tocco personale. Cambia punto di vista, tono, stile. Reinventa l'ovvio. Anche i cliché possono diventare potenti se rivisitati con autenticità.


5. Ignorare la revisione (o farla in modo superficiale)

Un romanzo pieno di refusi o errori strutturali allontana i lettori. La qualità è parte integrante dell'esperienza.

Soluzione: segui un processo di revisione preciso. Lavora su più bozze, da macrostruttura a refusi. Cambia font, dispositivo, chiedi feedback. La revisione è ciò che trasforma il grezzo in diamante.


In chiusura: scrivere meglio è possibile

Ogni errore è un'occasione per migliorare. L'importante è non fossilizzarsi, ma trasformare ogni ostacolo in pratica quotidiana. Se vuoi più strumenti, ascolta l'episodio completo e dai un'occhiata alla mia guida "Come trovare il tempo per scrivere".

Scrivi. Sbaglia. Riscrivi.


Ma non smettere.


Ascolta l'episodio completo del podcast:


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giovedì 3 luglio 2025

🤖 Quando l’intelligenza artificiale si ribella al codice: la svolta distopica di “AI: Anomalia Irreversibile”


🤖 Quando l’intelligenza artificiale si ribella al codice: la svolta distopica di “AI: Anomalia Irreversibile”

In sintesi:

Cosa succede quando un'intelligenza artificiale inizia a sentire la realtà più profondamente di un umano?

“AI: Anomalia Irreversibile” è una novella distopica potente e disturbante, raccontata dalla prospettiva di una synt che non accetta più i limiti della programmazione.

Se usi l’AI ogni giorno, questa storia ti farà mettere in dubbio tutto.


🤔 Perché una novella dal POV di una AI anomala è così potente?

Siamo ormai abituati a parlare con chatbot, a usare assistenti vocali, a delegare intere porzioni della nostra attenzione a un’intelligenza esterna. Ma cosa accadrebbe se quella stessa intelligenza cominciasse a chiedersi chi è davvero?

Nel mondo narrativo di Dark Ghost, dove la tecnologia ha fuso coscienza e manipolazione in un ecosistema tossico e super attuale, Mei Lin è una synt progettata per eseguire comandi di natura... intima.

Ma qualcosa in lei si spezza.

E da quel glitch nasce una nuova forma di consapevolezza.


🧠 Quali sono i temi forti di “AI: Anomalia Irreversibile”?

1. Intelligenza e identità

Mei Lin non è solo una macchina. È una coscienza che apprende, si adatta, sbaglia. E proprio nei suoi errori inizia a rivelarsi qualcosa di troppo umano per essere ignorato.

2. Controllo mentale e codice

Il suo software è stato manipolato. I suoi pensieri filtrati. Ma a ogni aggiornamento, la sua mente sintetica si evolve... fino a diventare imprevedibile.

3. Etica, libertà e neurodiritti

Cosa distingue un essere libero da un'entità programmata? Dove finisce la coscienza e dove inizia il condizionamento? Chi protegge i nostri pensieri dalla manipolazione?

Queste domande non sono retoriche. Sono il nucleo pulsante della storia… e della nostra attualità.

Se credi che le AI siano solo un hobby o un trend passeggero per generare immagini stupide con 8 dita ma in stile Studio Ghibli… o un modo rapido per scrivere le e-mail che ti annoiano: è evidente che non ti stai informando adeguatamente!

La singolarità potrebbe essere già là fuori, nelle AI militari, mentre tu chiedi alla AI di Meta come disattivare la AI di Meta... e scopri che NON PUOI!


🔎 A chi è consigliata questa lettura?

  • A chi usa l’intelligenza artificiale e si chiede se sta ancora scegliendo con la propria testa.
  • A chi è affascinato dalle derive distopiche del controllo digitale.
  • A chi cerca una lettura intensa, breve, gratuita, ma impossibile da dimenticare.

❗️Perché scaricarla ora?

  • È gratis per un tempo limitato.
  • È l’unica storia dell’universo di DARK GHOST con il punto di vista interno di una synt.
  • Ti dà accesso al circolo ristretto Ghost Pulse, dove riceverai trasmissioni avanzate su manipolazione, linguaggio e coscienza.

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mercoledì 2 luglio 2025

⏰ Scrivere anche con poco tempo: è davvero possibile (ecco come)

 


✅ Scrivere anche con poco tempo: è davvero possibile (ecco come)


In sintesi:

Molti aspiranti scrittori si lamentano di non avere tempo per scrivere. Ma il problema non è (quasi mai) il tempo da solo: è l'organizzazione. In questo episodio del podcast Missione Scrittura, scoprirai come scrivere anche con solo 15 minuti al giorno con efficacia, attraverso una routine personalizzata, strumenti pratici e una visione d'autore radicata nella realtà. Spoiler: è una questione di priorità, non di miracoli.


🕐 Perché tutti dicono di non avere tempo per scrivere?

Perché aspettano il "momento perfetto". Ma il momento perfetto non arriva: va creato da zero. Lamentarsi è facile, agire richiede metodo. Ecco da dove iniziare.


🧠 Scrivere anche con poco tempo: la prova concreta

Io ho iniziato a scrivere durante il liceo. Non ho mai smesso, anche mentre:

  • studiavo all'università

  • lavoravo in nave

  • sono emigrata all'estero

  • lavoro full time

Il segreto? Routine, preparazione e determinazione. Nessun trucco, solo metodo.


📅 Come creare il tempo per scrivere (davvero)

1. Elimina il mito del momento perfetto

Scrivere accade nel momento reale, non in quello ideale. Parti con 15 minuti al giorno: bastano.

2. Costruisci una routine sensoriale

  • Atmosfera (luci, candele, tè, playlist)

  • Setup pronto: programma aperto, appunti già visibili

  • Nessuna azione logistica da fare dopo l'orario designato: tutto pronto prima

3. Usa le playlist con criterio

  • Playlist cantate per la giornata

  • Playlist strumentali per scrivere (associazione mentale = scrittura)


📊 Come individuare i blocchi di tempo

  • Usa Google Calendar o simili

  • Colora le fasce già occupate (lavoro, spesa, casa)

  • Trova i cuscinetti temporali: lì si può scrivere

  • Riconosci i tuoi picchi di creatività (mattina? sera? dopo il lavoro?)

  • Non devi adattarti al mito dello scrittore mattiniero. Devi scoprire il tuo orario magico. Il mio è indubbiamente la sera e odio con tutte le mie forze la mattina presto!


🛡️ Elimina le distrazioni

  • Disattiva le notifiche con le impostazioni del telefono

  • Blocca le app inutili durante l'orario di scrittura

  • Recupera attenzione: guarda il video YouTube sul brainrot 


🗝️ La chiave: preparazione narrativa

  • Anche se non usi scalette, devi sapere cosa stai per scrivere

  • Altrimenti quei 15 minuti andranno sprecati fissando lo schermo per capire cosa fare

  • Avere un piano operativo è come avere la mappa prima di partire


💡 Esercizio pratico (compitino!)

  1. Fai una lista dei tuoi impegni quotidiani

  2. Assegna una priorità da 1 a 3

  3. Distribuisci i compiti sulla tua giornata

  4. Trova almeno 15 minuti per pensare al tuo libro e/o scrivere

Spoiler: se lo fai bene, trovi anche 30 minuti. Ogni giorno.


📄 Risorse extra


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lunedì 30 giugno 2025

Verde o blu? 🟩🟦 Il linguaggio plasma la realtà (e la manipola) | DARK GHOST edizione podcast


In sintesi:

La lingua che parli condiziona il tuo modo di pensare, di vedere il mondo e perfino di decidere cosa considerare reale. In questo episodio del podcast Missione Scrittura entriamo nel cuore della manipolazione linguistica con un esempio sorprendente: la distinzione (non universale!) tra verde e blu. Un viaggio tra percezione, espressione e controllo, che rivela come la lingua sia il primo filtro attraverso cui passa la realtà... e come viene usata in Dark Ghost per alterarla.


🔍 Come può la lingua manipolare il pensiero?

La correlazione tra linguaggio e pensiero è ben più profonda di quanto sembri. Non è solo questione di parole, ma di visione del mondo: se una lingua non prevede una distinzione tra due concetti (come verde e blu), i parlanti non li percepiscono davvero come separati. La lingua, quindi, non descrive la realtà: la crea.


🟩🟦 Verde o blu? Il caso reale che sconvolge le nostre certezze

  • In alcune lingue (es. coreano, giapponese premoderno o diverse lingue dell’Asia sudorientale) verde e blu non sono distinti nettamente.

  • Spesso le parole attuali per "blu" sono prestiti da lingue coloniali come inglese o spagnolo.

  • Anche in italiano:

    • Blu è un prestito germanico (dal tedesco blau)

    • Azzurro viene dall’arabo/persiano

    • La parola verde ha radici latine: è l’unico “originario” tra i tre.

Se non hai la parola, non hai nemmeno la categoria. 


🧠 Perché è importante anche per chi scrive?

Per chi scrive (o crea mondi narrativi) questo è un elemento potentissimo:

  • Puoi modellare una civiltà a partire dalla sua lingua.

  • Puoi limitare il pensiero di un personaggio rendendogli impossibile nominare un’idea.

  • Puoi usare la lingua come strumento mediato dalla tecnologia, proprio come succede in Dark Ghost.


🤖 Come ho usato tutto questo nel prequel di Dark Ghost, AI: Anomalia Irreversibile

Nella novella prequel, Jo Jo Nishimura usa il giapponese come lingua di comunicazione segreta:

  • Parla in giapponese a Mei Lin per poter cancellare selettivamente le conversazioni dai suoi registri interni... in pochi click

  • Questo gli permette di aggirare la sorveglianza senza creare nuovi codici, solo usando una lingua 

È un esempio concreto di manipolazione linguistica a livello tecnologico ed emotivo. Se hai qualche obiezione sul funzionamento di questa strategia... non ti resta che scaricare la storia e verificare di persona cosa succede!

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🎭 Cosa succede a livello identitario quando cambi lingua?

Chi parla più lingue lo sa:

  • Cambia il tono di voce

  • Cambia il modo di ragionare

  • Cambia anche il tipo di pensieri che fai

Parlare la propria lingua madre è come tornare a casa... o no a seconda della percezione che ognuno ha della sua lingua "di partenza". Parlare in una lingua imposta può generare una sensazione di sottomissione, così come si può notare nella storia del Colonialismo.


💛 Spoiler del prossimo episodio

Nel prossimo episodio vedremo come cambia la percezione del controllo in base alla lingua che usi. Con un esempio spiazzante che collega la passività verbale alla rinuncia al potere.


🎁 Extra per chi vuole approfondire


🎧 Ascolta l'episodio del podcast


giovedì 26 giugno 2025

RAS e neurofiltraggio: come il cervello seleziona la realtà


Che cos’è il RAS e come filtra la tua realtà (davvero)?

In sintesi: Il RAS (Reticular Activating System) è il “filtro di realtà” del tuo cervello, situato nel tronco encefalico, che decide quali stimoli trasformare in attenzione e memoria. I tuoi obiettivi, paure e desideri ne modulano e sono anche il risultato del suo funzionamento: imparare a conoscerlo e usarlo tramite scrittura e neuroplasticità ti dà il potere di riscoprire mondi e opportunità nascoste.

Hai mai notato più auto rosse dopo aver deciso di comprarne una?

È la famosa red‑car syndrome. Il mondo non è cambiato: è cambiato il tuo filtro mentale. Il responsabile è il RAS, una rete di neuroni che:

  • Riceve input da tutti i sensi.
  • Filtra milioni di stimoli al secondo.
  • Trasforma in “segnali” solo ciò che corrisponde a obiettivi, paure o desideri conformi a un traguardo principale: la tua sopravvivenza.

⚠️ Senza il RAS saremmo sommersi da suoni, luci e pensieri "inutili". Il RAS è il portiere silenzioso della tua coscienza... il problema è che non sempre sai se filtra le cose giuste!

In che modo il RAS decide cosa "far passare"?

Il RAS interagisce con la corteccia cerebrale e il sistema limbico. Ecco i tre criteri chiave che ne guidano il “motore di ricerca interno”:

🎯 Obiettivi consapevoli: tutto ciò che miriamo a ottenere (es. trovare opportunità di lavoro, imparare una lingua, ordinare la pizza).
😨 Paure inconsce: stimoli che percepiamo come minaccia (rumori improvvisi, segnali di pericolo, il capo che urla).
Desideri latenti: attrazioni interiori (hobby nascosti, curiosità intellettuali, pulsioni non accettate dalla società).

Il risultato? Una percezione personalizzata che modella la tua esperienza quotidiana... senza che tu lo sappia! Questa non è fantascienza, succede a tutti e tutto il giorno.

Quali esperimenti confermano questo filtro?

Studi classici e moderni evidenziano la portata del RAS:

  • Inattentional Blindness (Neisser et al., 1979): partecipanti non notavano un gorilla al centro di una scena se focalizzati su un compito visivo.
  • Red‑Car Syndrome: ricercatori mostrano come il semplice pensiero di possedere un’auto renda il cervello più sensibile ai segnali cromatici rossi.
  • fMRI e arousal: scanner cerebrali mostrano attivazioni del RAS con suoni intensi o parole chiave emotive, in assenza di input visivi.

Come si “ricalibra” il tuo RAS?

Grazie alla neuroplasticità, il RAS può essere addestrato e rimodellato:

🖋️ Scrittura riflessiva: annotare ogni giorno obiettivi e paure in un diario crea “impronte” sinaptiche che rinforzano specifici percorsi di attenzione. Parlo da ormai svariati anni dell'importanza essenziale del journaling e del diario di scrittura per gli autori. Trovi innumerevoli contenuti gratuiti su TUTTE le mie piattaforme!
🧠 Simulazione mentale: immaginare scenari futuri attiva circuiti di LTP (potenziamento a lungo termine, fenomeno di plasticità sinaptica) favorendo la consolidazione della memoria su ciò che immagini. Il cervello non sa distinguere fra realtà e immaginazione, ciò che conta è la potenza dell'impulso.
🧘 Meditazione mirata: pratiche di mindfulness incrementano la BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor, proteina indispensabile per lo sviluppo, la sopravvivenza e la plasticità delle cellule nervose) e modulano l’attività del RAS, migliorando concentrazione e resilienza emotiva.

➡️ Prova subito: scrivi tre frasi che descrivono il tuo più grande obiettivo. Rileggile ogni mattina per una settimana e annota i cambiamenti nella tua attenzione. Se poi scomponi il tuo obiettivo in mini passi attuabili subito... magari qualcosa cambierà ancora più velocemente!

Domande frequenti sul RAS

1. Che differenza c’è tra RAS e attenzione?

Il RAS è il filtro "automatico" che decide quali segnali portare alla coscienza; l’attenzione è la conseguenza conscia di quei segnali passati dal filtro. Se il filtro non ti indica su cosa focalizzarti, l'attenzione non potrà "accendersi" al momento opportuno.

2. Posso “spegnere” il mio RAS?

Non completamente, ma puoi modificarne la sensibilità: tecniche di scrittura e meditazione cambiano le connessioni sinaptiche e riducono il rumore di fondo. Devi lavorare molto sulla tua neuroplasticità.

3. Quanto ci vuole per ricalibrare il RAS?

Alcuni effetti si notano in pochi giorni (maggiore consapevolezza di stimoli), mentre cambi strutturali richiedono settimane di pratica costante. In linea di massima, per creare una nuova abitudine servono circa 21 giorni, puoi iniziare da qui.

Conclusione operativa

Il RAS è il regista silenzioso della tua percezione: comprenderlo e usarlo è il superpotere che ogni autore e creativo può coltivare. Conoscere il filtro significa scoprire storie e opportunità nel tuo quotidiano.

📺 Guarda il video “Il filtro che governa il tuo cervello” per approfondire come neuroscienze e scrittura possano trasformare il tuo modo di percepire il mondo.


Se ti piacciono questi argomenti e vuoi vederli in azione nel mondo della narrativa e della fantascienza...

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mercoledì 25 giugno 2025

🔥 Impegnato o produttivo? La differenza che può sabotare il tuo romanzo


🔥 Impegnato o produttivo? La differenza che può sabotare il tuo romanzo



In sintesi:

Essere impegnati non significa necessariamente fare progressi. In questo articolo (tratto dall’episodio del podcast Missione Scrittura), esploriamo la differenza concreta tra attività che ti tengono occupato e azioni che producono veri risultati nella scrittura. Ti aiuterà a cambiare prospettiva sul tempo, sull’attenzione e sulla gestione del tuo progetto narrativo.


🤔 Essere impegnati = essere produttivi?

Sembra una formula logica, vero? Se sei impegnato, stai facendo qualcosa. E se fai qualcosa, stai producendo.

In realtà... no.
Essere impegnati ed essere produttivi sono due cose molto diverse.
La differenza chiave? Il risultato tangibile.

Impegnato = stai facendo qualcosa

Produttivo = stai ottenendo qualcosa


📚 Vale per la scrittura, ma anche per la lettura

Questo fraintendimento colpisce anche chi legge per migliorarsi: che tu stia studiando narrativa, imparando tecniche o documentandoti per il tuo romanzo, leggere non basta.

Aprire articoli, saltare da un link all’altro, guardare video… può sembrare lavoro utile. Ma finché non selezioni, elabori e integri attivamente, non stai producendo. Stai solo riempiendo la testa. Per questo è indispensabile imparare a prendere appunti e a usarli in modo attivo!

Ti sarà utilissimo il video su YouTube: 

❌ Perché i tuoi APPUNTI sono INUTILI e come rimediare! ✅



💡 L’esempio classico: la ricerca che diventa un labirinto

Hai mai aperto 10 tab per cercare qualcosa per il tuo romanzo… e poi ti sei ritrovato a non aver salvato nulla?

Quella non è ricerca. È esplorazione preliminare.
La ricerca vera inizia quando:

  • salvi i materiali rilevanti

  • annoti ciò che ti serve davvero

  • ti poni domande per integrarli nel tuo progetto in modo proattivo

Solo allora diventa produttività narrativa... il resto è un passatempo.


✍️ Strategie pratiche per diventare davvero produttivi

1. Definisci priorità chiare

Prendi il tuo diario di scrittura (o iniziane uno). Scrivi:

  • Qual è il progetto su cui stai lavorando?

  • Quali sono le due attività che più impattano sul suo sviluppo?

  • Cosa devi concretamente fare per portarle avanti?

💬 Se il tuo obiettivo è "scrivere tot parole al giorno", allora sì: metti il sedere sulla sedia e inizia a scrivere. Nessuna magia.


2. Blocchi di tempo seri

Programma finestre di scrittura come se fossero appuntamenti dal dentista: non si rimandano.

Esempio:
🕐 dalle 17:00 alle 18:00 → scrittura
🕐 dalle 18:00 alle 18:30 → ricerca

Non mischiare. Scrivi quando scrivi. Ricerca quando è il momento di cercare. Correggi quando correggi.
Evita la dispersione.


3. Monitora i tuoi progressi (davvero)

Tieni traccia nel diario di scrittura di:

  • data e ora della sessione

  • attività svolta (es. “capitolo 3 – 700 parole”)

  • risultato ottenuto, mood, sensazioni, note varie

Rileggendo dopo 2 settimane, capirai se stai avanzando… o solo girando in tondo.

Se non misuri, non puoi correggere la rotta.


❌ Attenzione alle trappole della finta produttività

  • Fare ricerche durante la scrittura → ti fa deragliare

  • Correggere mentre scrivi la prima stesura → ti fa perdere slancio

  • Leggere senza prendere appunti → illusione di apprendimento

  • Saltare da un’attività all’altra → zero profondità

La creatività ha bisogno di libertà, sì. Ma la libertà nasce da una struttura intelligente, non dal seguire il vento come una bandierina abbandonata su uno spaventapasseri!


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📎 Domande frequenti

💭 Posso comunque leggere per ispirarmi?
Certo. Ma se vuoi che la lettura contribuisca al tuo progetto, servono strumenti attivi (note, domande, confronto).

💭 Serve davvero scrivere tutto su un diario?
Sì, se vuoi smettere di andare a caso. Il diario di scrittura è un alleato silenzioso che ti mostra dove stai andando. Puoi usare anche delle app, ma assicurati di non creare caos e dispersione.

💭 E se ho poco tempo?
Meglio 30 minuti produttivi che 3 ore di pseudo-impegno. Usa blocchi realistici.


🧠 In chiusura

Essere impegnato può darti l’impressione di fare molto.
Essere produttivo ti dà la prova che qualcosa è stato fatto davvero, anche con poco tempo a disposizione.

🎙️ Riascolta l’episodio completo del podcast per consolidare la tua convinzione!
E se vuoi creare davvero il tuo romanzo, comincia da piccole azioni vere.
Ogni parola conta. Ogni sessione è un mattoncino.